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FORNITURE E LAVORAZIONI PER CAPPELLI

Artigiani dal 1908

Un po’ di storia…

La ditta RUNA prende vita, nel 1 dicembre 1990, rilevata dal fondatore Rungi Alessandro, con spirito d’iniziativa e dedizione al lavoro, espande il mercato da prima solo nazionale, a un più ampio mercato mondiale.
Le idee nuove e innovative, si affiancano alla vecchia tradizione cappellaia, senza mai trascurare la qualità e professionalità, riconosciuta oramai da anni.

In Lombardia, e in particolare a Monza, la lavorazione del cappello di feltro di lana ha origini assai antiche. Sin dal ‘600 gli artigiani monzesi furono i più importanti produttori di cappelli della regione e nel ‘700 questa attività divenne il settore propulsivo di tutta l’economia monzese. Fu Monza la sola fornitrice di ingenti quantitativi di merce per le armate di Napoleone.

Allo sviluppo dell’industria concorse la possibilità di reperire in zona manodopera già addestrata alla lavorazione della lana, attività praticata in Brianza sin dal 1200.

Nella seconda metà dell’Ottocento l’industria del cappello manifestò segni di sviluppo: si contavano almeno 20 cappellifici.
Alla fine del secolo l’industria monzese raggiunse una tale consistenza da esportare i suoi cappelli in tutto il mondo.
Lo sviluppo continuò nei decenni successivi: agli inizi del Novecento i cappellifici erano più che raddoppiati.

Nel 1911 erano attivi 50 stabilimenti che davano lavoro a 4412 operai. Erano numerose anche le fabbriche per le produzioni collaterali come quelle delle forme, delle fodere e dei macchinari.

I cappellifici diventarono stabilimenti modello con impianti razionali: entrava lana grezza ed usciva il cappello finito.
Gli industriali e le organizzazioni sindacali di Monza, attenti alla formazione professionale, il 7 Gennaio 1913 inaugurarono la “Scuola del cappello” che però ebbe vita piuttosto breve.
Gli alunni del primo corso furono 28 “di tutte le età dai ragazzi agli uomini maturi”.

Lo sviluppo industriale e commerciale fu inevitabilmente legato al “fenomeno sociale” della pubblicità.
Gli industriali intuirono l’importanza di quest’arma formidabile per dare maggior impulso al commercio del cappello di Monza.

Fin dai tempi più antichi i cappellai monzesi erano ricorsi a collette per aiutare i colleghi malati o disoccupati. Nel 1832 costituirono la prima società di mutuo soccorso “Pio Istituto de cappellari di Monza” che forniva assistenza medica e sussidi e, alla morte dell’iscritto, dava alla famiglia una somma per le spese funerarie.

Il Pio Istituto, cambiata nel 1881 la denominazione in “Società dei lavoranti in cappelli di feltro di Monza”, allargò via via il proprio campo di intervento. A partire dal 1884 infatti elargì somme a favore dei cappellai in lotta per aumenti salariali.

Nel 1886 istituì il sussidio istruzione, che consisteva nella distribuzione dei libri di testo e dei quaderni anche ai figli dei soci defunti. Nel 1892 infine istituì il sussidio vecchiaia per i soci che avessero superato il 65° anno di età